giovedì 16 giugno 2011

La ricerca espreSSiva

     



Quello che costituisce uno degli aspetti della ricerca del gruppo R & Sie.D/B:L è la volontà di affermare l'impossibilità di pensare l'architettura ancora costituita da corpi integri, puri, identificabili: opponendosi a quelle forme architettoniche che si astraggono dal veloce mutamento della società in tutte le sue manifestazioni. Lo stesso François Roche, principale artefice della sperimentazione del gruppo, afferma più volte che "l'insieme dei mondi produttivi -medico, scientifico, artistico, naturalmente sessuale- oggi deve confrontarsi con i problemi di trasformazione, di ibridazione"; ed è proprio la nozione di ibridazione, lo strumento attraverso il quale il gruppo francese elabora le sue strategie.
Si potrebbe raccontare la loro ricerca attraverso due aspetti. Il primo legato alle nuove tecnologie, alla sfera del digitale, il secondo al contesto, all'iper-localismo. Questa duplicità non vuole far altro che sottolineare la loro visione, utilizzando le loro parole "il mondo è indistinto, tra virtualità e realtà, tra Terminator, Matrix e mia nonna casalinga".

L'architettura, come il paesaggio, diventa un corpo mutante, che rapita dalle possibili manipolazioni della materia, sottoposta ad ibridazione, a trasformazioni, nei processi di 'morphing' realizzati fondendo al computer la propria immagine con elementi naturali ed artificiali, perde la sua purezza uscendo dal suo stato di astrazione. Vere e proprie mutazioni dove non è possibile rintracciare il confine tra artificiale e naturale, virtuale e reale. L'obiettivo verso cui punta il gruppo francese è, dunque, quello di "territorializzare questi nuovi strumenti e legarli a dei modi di fare, a delle situazioni, a dei localismi, in breve di 'corporalizzarli'".

Il metodo applicato da R & Sie.D/B:L utilizza come punto di partenza l'analisi del contesto e la determinazione dei suoi aspetti più intimi; con questo, non intendono riferirsi ad operazioni di storicizzazione. Più che il luogo, come punto di connessione con la memoria del passato, l'atteggiamento che il gruppo si prefigge è del 'qui ed ora'.
Roche intuisce che "per elaborare le strategie base sui processi di mutazione in architettura, dobbiamo determinare una matrice, afferrare un corpo che possa assorbire 'sulla sua carne' le diverse trasformazioni successive". 
Diventa così la geografia il luogo, o meglio il corpo su cui operare, dove poter esplorare l'atto minimo, con quello che l'architetto francese chiama "fare con il fare meno" o "Making with to do less". La geografia, la cartografia, da pura rappresentazione del reale diventa l'interfaccia del reale, il mezzo della sua trasformazione.


Ciò spiega il suo interesse per indagini rivolte a discipline apparentemente distanti dal contesto architettoniche, che porta avanti con un atteggiamento di tipo 'inclusivo', stabilendo correlazioni con arti visive, cinema, fantascienza, etica ed in fine genetica. Il video degli Eames che mostra come la complessità delle galassie stellari sia in continuità con quella del corpo, spingerà Roche a spostare l'obiettivo delle sue riflessioni. Questo lo porterà a non prendere più in esame la contrapposizione tra locale e globale, ma, piuttosto, a porsi un nuovo interrogativo, l'etica e la genetica.






"Il concetto di corpo non è negato, pertanto, ma esacerbato, ipertrofizzato, e la pelle non deve più essere percepita come elemento di protezione di copertura, ma come superficie reattiva al contesto".
Molto del dibattito sulle implicazioni dell'architettura con i mezzi digitali è stato introdotto, gia da qualche anno, da Marcos Novak. Nel testo 'Transarchitectures and Hypersurfaces' spiega che le "Transarchitetture sono le architettura della transmodernità. Ho coniato io stesso i termini 'transarchitecture' e 'transmodernity' in modo da fornire un mezzo per discutere sulla situazione culturale globale in cui ci troviamo e su tutte le possibilità dell'architettura che abbiamo di fronte".  La Transarchitettura diventa così un tema di dibattito che verrà discusso in seminari, mostre, simposi e tavole rotonde.

Identificando cosa caratterizza un luogo con nuovi parametri come l'intensità dei flussi, i legami, il clima, le cose in prossimità, la territorialità in tutta la sua complessità, l'evoluzione sociale, noi siamo capaci di connettere lo strumento di visualizzazione e trasformazione al territorio".

Se il corpo sottoposto alla mutazione è la cartografia, è il territorio, il contesto di azione, allora è l'immagine; ed è proprio questa a giocare un ruolo fondamentale, attraverso la manipolazione fotografica, infatti, è possibile lavorare nel luogo stesso. Tutte le componenti naturali, la materia, il suolo, diventano plasmabili, liquide. "La pelle dell'immagine fotografica, cartografica, cambia, si modifica in una stessa superficie per aspirazione, in una stessa materia per estrusione, subisce le manipolazioni come per esempio il piegamento attraverso il gonfiamento. I Pixels, frammenti frattali del reale, si ricompongono in una serie di mutazioni genetiche".

Overflow, 1999.
Per il progetto del Memorial Museum di Soweto a Johannesburg lo stumento utilizzato è la 'piegatura', mentre per la risistemazione di un'area, destinata a residenze per artisti e spazi espositivi, nell'Isle de la Reunion nell'Oceano Indiano, è la 'contrazione'. Il 'gonfiamento' invece viene sperimentato per la stazione della metro di Belleville a Parigi ed infine in un particolare progetto per il web si utilizza lo 'scavo'.

Il progetto, a questo punto, non fa che svilupparsi in un continuo intreccio tra reale e virtuale, locale e globale, contestualizzazione e de-contestualizzazione.
Il sito internet 'www.new-territories.com'


sabato 21 maggio 2011

1#pensare sintetico

MATTONI POLIMERICI: la plastica riciclata al posto del cemento

Mattoni polimerici, la plastica riciclata al posto del cemento
Un gruppo di ricercatori europei ha sviluppato una tecnologia per la produzione di materiali da costruzione simili al calcestruzzo, partendo da polimeri provenienti dai rifiuti plastici. I mattoni innovativi saranno meno costosi rispetto ai mattoni tradizionali ed avranno una buona ricaduta sull'ambiente, trasformando i polimeri inutilizzabili presenti nei rifiuti in materiale economicamente vantaggioso.
All’inizio del 2008 sono stati raccolti in Europa 22 milioni di tonnellate di plastica usata: di questi, 10,4 milioni sono stati recuperati, riciclandoli come materiale oppure tramite il recupero energetico, mentre gli altri 11,6 milioni di tonnellate sono finiti nelle discariche. Almeno il 25% dei polimeri presenti nel totale dei rifiuti plastici sono inadatti al riciclaggio: purtroppo alcuni prodotti di plastica contengono polimeri che non sono adatti ai processi di rigenerazione e, per questi materiali, non è possibile operare la raccolta differenziata. Si cercano quindi soluzioni alternative per evitare lo spreco e recuperare quanta più plastica possibile. 
Un gruppo di ricercatori del Centro tecnologico lettone e dell’Istituto di meccanica dei polimeri dell’Università della Lettonia in collaborazione con Hormigones Uniland, un’industria spagnola del cemento, avrebbe individuato una soluzione ecologica per la gestione dei rifiuti della plastica destinata al mercato europeo. Avviato nel gennaio 2005 e finanziato dal programma europeo Eureka, il progetto si chiama Sandplast (Quality Building Materials From Polymer Waste) e ha sviluppato una tecnologia per la produzione di materiali che partendo dai rifiuti plastici poco o non riciclabili (per convenienza economica o altro) porta alla produzione di una nuova sostanza legante da utilizzare in edilizia, un materiale molto simile al calcestruzzo e con le sue stesse proprietà, anzi superiori. Utilizzando rifiuti di polimeri termoplastici sono riusciti a produrre una sostanza legante che, miscelata a filler inerti come la sabbia, permette di realizzare mattoni polimerici simili al calcestruzzo, ma privi di questo materiale, leggeri e con ottime proprietà isolanti. Il materiale da costruzione così ottenuto ha il vantaggio, rispetto al calcestruzzo, di assorbire una quantità inferiore d’acqua, risultando quindi più affidabile in particolari condizioni ambientali (clima gelido).

Un progetto simile è portato avanti anche da Sioplast International Corporation che dal 2005 ha brevettato un sistema produttivo per un materiale composito simile al cemento che incorpora sabbia silicea al 75% e polimeri termoplastici misti al 25% provenienti da rifiuti domestici tritati legati per mezzo di calore (300°C) e pressione. Nuovi impianti stanno avviandola produzione in Germania, Bulgaria e Lettonia.
Ma il calcestruzzo senza calcestruzzo non è l’unico materiale da costruzione innovativo che si può ottenere dalla lavorazione a partire ai polimeri presenti nei rifiuti. In Argentina è stata sviluppata una nuova tecnologia, messa a punto da un’equipe di ricercatori del Ceve - Centro de Vivienda Económica del Conicet , con cui si costruiscono case utilizzando mattoni realizzati con la plastica riciclata: riducendo gli scarti in frammenti e mescolandoli con il cemento Portland, si ottiene la produzione di un mattone più economico, più isolante e più leggero. 

Da Taiwan invece arriva in commercio un mattone polimerico che unisce l'architettura post-consumo con nuovi materiali ecocompatibili. Il sistema costruttivo per pareti Polli-Brick, progettato da Miniwiz e scelto come involucro per il Far Eastern Group Fashion Pavilion in Taipei per l'Expo 2010, si basa su contenitori in PET riciclato, che costituiscono il modulo base e possono essere assemblati per incastro grazie alla loro forma cilindrica sagomata per creare una struttura leggera e resistente che può essere usata come parete, tetto, come fonte luminosa o vasi portapiante. 
I materiali plastici hanno un ciclo di vita di lunga durata e costituiscono una forte minaccia per l’ambiente se non integrati in un processo di riuso o riciclo. L’ultima frontiera, in termini di ricerca e innovazione, è lo sviluppo di prodotti compositi, facili da utilizzare e adatti alle diverse esigenze: il mercato è in crescita ed oggi l’orientamento è rivolto alla ricerca di prodotti sempre più avanzati tecnologicamente ed ecologici.



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